Vogliamo dare i numeri sulla situazione attuale degli inceneritori in Italia: in totale sono 38 di cui ben 26 posizionati al nord (altrimenti detto il 68,42 %). Se questo sbilanciamento nazionale di per se lascia INDIFFERENTI, andando nel dettaglio si evidenzia come ben 13 sono localizzati nella sola Lombardia (la metà, altrimenti detta 50% rispetto quelli al nord e 34,21% di quelli nazionali)
In questo scenario di per se anomalo è storia recente che nella Provincia di Pavia sono stati autorizzati gli ampliamenti dei due inceneritori presenti a Parona Lomellina e Corteolona, in un contesto di lecita contrarietà da parte di cittadini e associazioni ambientaliste, locali ma non solo.
Aggiungiamo che la raccolta differenziata in Italia è in continua crescita e siamo passati dal 35,30% del 2010 al 58,13% del 2018 andando di fatto a ridurre i rifiuti da incenerire. Almeno in teoria. Perché non di fatto?
Ciliegina sulla torta pavese è che, sempre nel nuovo anno, l’impianto di Parona Lomellina probabilmente comincerà a bruciare anche i fanghi, come se gli innumerevoli impianti presenti non siano sufficienti a gestire il fabbisogno dell’utenza di riferimento …
Ci domandiamo ora: in un contesto storico in cui si punta alla riduzione dei rifiuti andando verso il riciclo, il riuso, il riparare volendo di fatto recuperare materia prima (sempre più scarsa) e affamare gli inceneritori (sempre più anacronistici), non è un tantino contraddittorio voler continuare a mantenerli attivi compromettendo di fatto l’ambiente e la salute dei cittadini? un camino dell’impianto di Parona Lomellina è obsoleto: non potremmo iniziare la dismissione da questo invece di costruirne uno nuovo? a Corteolona è davvero necessario per l’utenza di riferimento un ampliamento?
Continuiamo a dare i numeri e a ognuno le sue valutazioni
fonte dati: https://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it/index.php?pg=gestnazione